7/12/2017 - Alle 2.30 di questa notte (ora italiana) è arrivata la notizia dall’isola di Jeiu in Corea del Sud. Lo rende noto la Coldiretti che è stata protagonista della più grande raccolta di firme a sostegno di una candidatura mai realizzata prima, insieme all’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e alla fondazione UniVerde che ha portato all’iscrizione nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, approvata all’unanimità dall’apposito comitato intergovernativo. Gli interventi del Sindaco e del Presidente della Regione.
Grande soddisfazione è stata espressa dal vicepresidente nazionale di Coldiretti Gennarino Masiello, in Corea insieme alla delegazione italiana. “Abbiamo realizzato un sogno – commenta Masiello – dopo un percorso durato tre anni. È una vittoria del made in Italy, della capacità degli italiani e dei napoletani di trasformare materie prime uniche al mondo in un prodotto divenuto universale. Era necessario riconoscere l’unicità di questo legame forte tra saperi e territorio. La pizza è stata inventata nei vicoli di Napoli nel 1889 da ingredienti semplici e da un’idea geniale. Si è diffusa poi in tutto il mondo con stravolgimenti spesso discutibili. Ma è proprio il saper fare degli artigiani pizzaiuoli che distingue un percorso culturale e storico. E nella capacità di fare c’è anche la scelta di farina, pomodoro, mozzarella e altre eccellenze agroalimentari della nostra terra. Dietro ogni prodotto di eccellenza, quindi, c’è un agricoltore o un allevatore che lo realizzato con lo stesso amore e con la stessa passione di chi dovrà poi lavorarlo. Per questa ragione Coldiretti ha sostenuto con convinzione la petizione. Questa vittoria rappresenta anche il riscatto di una città e di una regione che per troppi anni ha subìto ingiusti marchi d’infamia”.
Intanto a Napoli è festa grande con tavoli in strada in via Chiaia dalle prime ore del giorno, i primi pizzaiuoli targati Unesco al lavoro, esibizioni acrobatiche e tanta gente per il ritorno della tradizione della pizza sospesa offerta a coloro che non possono permettersi di pagarla. I festeggiamenti nel centro storico vicino all’Antica Pizzeria Brandi, dove secondo tradizione è nata la pizza Margherita.
"?La pizza di Napoli?,? l’arte del pizzai?u?olo napoletano finalmente bene immateriale del patrimonio dell’umanità Unesco. Un riconoscimento storico: grazie ai pizzaioli napoletani, che vivono ed operano a Napoli e in tutto il mondo, grazie a tutti quelli che hanno firmato per questa petizione. E’ il segno della potenza di Napoli attraverso la sua arte, la sua cultura, le sue tradizioni, le sue radici,la sua creatività, la sua fantasia. Una grande vittoria per Napoli e per la pizza napoletana” E’ il commento del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris alla notizia dell’iscrizione dell’arte del pizzaiuolo napoletano da parte dell’UNESCO tra i beni immateriali dell’umanità,
"L’Arte del Pizzaiuolo Napoletano proclamata questa mattina Patrimonio dell’Umanità, è un grande riconoscimento per l'Italia, per Napoli e la Regione Campania". Così il presidente della Regione Vincenzo De Luca ha commentato l'importante successo ottenuto grazie all'impegno del Capo dell'Ufficio Legislativo della Regione, prof. Luigi Petrillo, che ha seguito personalmente, da Parigi fino in Corea, il dossier che ha portato a questo riconoscimento mondiale.
L’iscrizione nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO da parte del Comitato intergovernativo dell’UNESCO riunitosi in Corea, a Jeju, è avvenuta questa mattina a conclusione di un lungo iter che ha visto la Regione Campania protagonista accanto al Mipaf. Con il riconoscimento all'arte dei pizzaiuoli napoletani, la Campania si conferma la prima regione italiana al mondo per la sua produzione culturale agroalimentare. Infatti gli unici due elementi italiani iscritti nella lista dell’UNESCO del patrimonio culturale immateriale sono Campani: la Dieta Mediterranea iscritta nel 2010 e, oggi, l'arte dei pizzaiuoli napoletani.
“La Campania è il luogo in cui l’eccellenza alimentare diventa cultura, questo è quanto dimostra il riconoscimento dell’Arte del Pizzaiuolo quale Patrimonio Immateriale dell’UNESCO. Per il futuro la Campania deve muoversi nel sentiero di una valorizzazione innovativa del suo patrimonio, capace di unire la storia millenaria del territorio alla creatività di artigiani e famiglie. Sono loro, i pizzaiuoli, protagonisti di una tradizione che, a partire dalla manipolazione di prodotti semplici quali l’acqua e la farina, realizzano veri capolavori dell’alimentazione che tutto il mondo ci invidia” sottolinea il Presidente Vincenzo De Luca commentando il prestigioso riconoscimento.
“Questo risultato premia la tenacia dei pizzaiuoli e delle loro associazioni, impegnati al fianco del Ministero dell’Agricoltura e della Regione Campania nella lunga strada che dal 2009 ad oggi ha portato al raggiungimento del fondamentale riconoscimento dell’UNESCO. Grazie anche al professor Pier Luigi Petrillo, capo dell’ufficio legislativo della Regione, che ha scritto il dossier di candidatura dei Pizzaiuoli napoletani e ha coordinato il negoziato internazionale” ha concluso il Presidente De Luca.