Metronapoli.it

FacebookYoutubeTelegramInstagramTwitter

E-Magazine & Web TV della Citta' Metropolitana di Napoli - Registrazione al Tribunale di Napoli 5113/2000

Il Tour #Cifabellal’italia approda a Napoli: riqualificazione degli ingressi della metro in Piazza Dante

9/7/2019 - La bellezza ha sempre interessato scrittori, poeti, artisti e filosofi, perché non c’è niente di più affascinante del bello. La bellezza è verità, dice in questi versi il poeta Keats, ma soprattutto la verità è bellezza.

La bellezza ha sempre interessato scrittori, poeti, artisti e filosofi, perché non c’è niente di più affascinante del bello. La bellezza è verità, dice in questi versi il poeta Keats, ma soprattutto la verità è bellezza. Il bello, semplificando, è positivo. Tutti l’abbiamo sperimentato in qualche modo. Quando ci sentiamo belli, non appare tutto più “semplice”? Trovandosi in una camera d’albergo particolarmente gradevole (pulita e profumata, per esempio), non è facile sentirsi “fortunati”? In particolare questa seconda situazione fa scaturire un’ulteriore osservazione: il bello è contagioso.
Dopo le tappe di Roma, Palermo e Milano, il Tour #Cifabellal’italia approda a Napoli, in Piazza Dante, il 13 e 14 luglio dalle 9 alle 13. Obiettivo: la riqualificazione degli ingressi della metropolitana.
“La vivibilità e la bellezza degli spazi urbani influisce in modo determinante sulla qualità della nostra vita. La partecipazione attiva alla cura e manutenzione degli arredi urbani deturpati da altri cittadini è il nostro obiettivo, ben felici che venga condiviso anche dal privato. Ed è con questa convinzione che abbiamo sposato con entusiasmo il progetto Cifabella l’Italia” dichiaraPaola Carra,Co-fondatrice di Retake. “Con Unilever vogliamo far crescere Retake in tutto il Paese. Perché città belle da vivere ci rendono persone più felici”.

Probabilmente abbiamo provato anche questa sensazione qualche volta nella nostra vita: un posto di lavoro buio e freddo rende il nostro impiego più pesante, al contrario un ufficio luminoso, pulito e ben arredato, ben ci dispone verso lo svolgimento delle nostre mansioni. Perché anche le piccole cose possono avere un impatto grosso e il bello fa bene, piccolo o grande che sia.

Diversi studi scientifici hanno dimostrato il potere del bello sul nostro benessere. Cosa ci affascina? Perché lo cerchiamo in ogni aspetto della nostra vita? Nelle persone, nei vestiti, negli oggetti, nelle case… Vedere il bello ci fa sentire bene (e anche al sicuro). Il nostro senso più importante, per prendere decisioni, per sviluppare pensieri, interpretare e sviluppare interazioni, è la vista. Questo è un primo segnale che permette di capire l’importanza che la forma e l’estetica hanno su di noi. Siamo creature visive e l’aspetto è cruciale. Un recente esperimento che ha coinvolto 2.177 partecipanti da 7 Paesi, ha dimostrato che l’uso di oggetti funzionali e belli genera emozioni positive come calma e felicità e può addirittura ridurre sentimenti negativi come la rabbia e la noia almeno di un terzo. Gli oggetti “semplicemente” funzionali, ma non belli, invece, accrescono le emozioni negative come la tristezza e la depressione (+23%).

Dagli oggetti agli ambienti il passo è breve e la sostanza non cambia. Vivere e muoversi attraverso spazi puliti, in ordine e freschi ha un impatto sul nostro atteggiamento e sul nostro umore.

La teoria delle finestre rotte può aiutare, in parte, a spiegare quel che succede. Lo studio dei ricercatori americani James Q. Wilson e George L. Kelling, pubblicato nel 1982 su “The Atlantic”, teorizza la capacità del disordine urbano e del vandalismo di generare criminalità aggiuntiva e comportamenti anti-sociali. Da qui la convinzione che mantenere e controllare ambienti urbani reprimendo i piccoli reati, gli atti vandalici, la deturpazione dei luoghi, il bere in pubblico, la sosta selvaggia o l'evasione dei biglietti di parcheggi, mezzi pubblici o pedaggi, contribuisca a creare un clima di ordine e legalità e a ridurre il rischio di crimini più gravi. Senza addentrarci nel tema della criminalità, quel che è sicuro è che un ambiente sporco e degradato ha effetti peggiori sul nostro benessere. Aggiusta la finestra rotta e le persone che abitano nella via di quella finestra saranno più orgogliose e promuoveranno atteggiamenti virtuosi.

Questa è l'idea. Chi inquina tende a farlo dove c'è già inquinamento, i vandali a sporcare dove è già sporco… e così via. Viceversa ambienti e spazi belli migliorano la qualità della vita di chi ci vive e aiuta a costruire social engagement. Vivere in un bel quartiere aumenta l’orgoglio e la felicità e di conseguenza ci rende più disposti a compiere buone azioni e ad aiutare gli altri.

È stato dimostrato che progetti di rigenerazione urbana hanno un impatto positivo sulle comunità locali e contribuiscono a migliorare il livello di soddisfazione personale dei cittadini. Esperimenti sul tema sono stati fatti in Scozia dove 50 famiglie trasferite in case nuove hanno riscontrato miglioramenti sullo stato della loro salute; a Barcellona dove lo stato di benessere degli abitanti di quartieri interessati da programmi di riqualificazione è aumentato; infine anche in Cina progetti di rinnovamento urbano hanno avuto effetti positivi sulle comunità. Insomma la bellezza e l’estetica hanno un potenziale enorme nel rendere migliori i cittadini, aumentando il senso di comunità e la qualità della vita.

Il senso di benessere, infatti, è così forte da poter annullare anche l’effetto negativo di un’abitazione inadeguata. Detto altrimenti, se anche la nostra casa non fosse quella dei nostri sogni, basterebbe che fosse in una zona della città pulita e confortevole per migliorare la nostra percezione. Questo fenomeno si chiama non-conscious impacte può influenzare il nostro benessere psicologico e fisico. Solo che non ne siamo coscienti. Uno studio condotto a Sydney ha dimostrato come i cittadini non avessero notato alcuna differenza dopo gli interventi di pulizia e miglioramenti urbani. Ciò nonostante le sensazioni sono cambiate: molti di loro hanno iniziato a ritenere gli edifici delle loro vie fossero belli (dal 18 al 64%), si sono sentiti più legati al quartiere (dal 48 al 70%) e a ritenerlo più sicuro la sera (dal 52 all’85%).

Nonostante l’effetto del bello nelle nostre vite sia ancora sottostimato, è ormai certo che l’ambiente in cui viviamo, i quartieri che frequentiamo, gli spazi in cui ci muoviamo, ma anche gli oggetti che usiamo quotidianamente, giocano un ruolo significativo sul nostro benessere e su quello delle comunità.